La Recensione scritta dai ragazzi della 2P del Liceo Fermi di Bologna.
Due schermi, cinque sedie, quattro microfoni e un faro centrale. Un futuro distopico non così lontano dal nostro presente in cui i pompieri appiccano gli incendi nelle case in modo da eliminare ogni forma di cultura. Una scenografia inesistente e un’alternanza di recitazione e testi proiettati su schermi che guidano il ragionamento dello spettatore facendolo riflettere sull’importanza della cultura e della libertà di espressione. La società descritta nello spettacolo è dominata da un’apatia generale, dove ognuno vive la propria vita in una bolla di intrattenimento e frenesia. In questo contesto, la domanda centrale che ci poniamo è se la negligenza possa davvero prevalere a tal punto da giungere a un tale degrado, e se siamo già, in qualche misura, arrivati a vivere in una situazione simile. La distrazione permanente, che può essere vista come una forma di negligenza, è ormai una parte costitutiva della vita moderna. La società tende a premiare la rapidità e la semplicità, spesso a scapito della riflessione critica e della lettura profonda. In questo senso, il rischio che la negligenza “vinca” non è affatto remoto.
Il degrado descritto da Bradbury non è solo fisico, ma anche culturale e intellettuale. La perdita di valori umani fondamentali, come la capacità di riflettere criticamente, di cercare la verità e di dialogare in modo profondo, è il vero cuore della sua distopia. Sebbene il libro esprima un’immagine estrema, ci sono segnali che la società attuale stia andando in una direzione che potrebbe somigliare a quella di Fahrenheit 451. La crescente polarizzazione, la superficialità dei dibattiti pubblici e l’abilità dei media di manipolare l’opinione pubblica possono essere lette come segni di una società che perde la capacità di affrontare questioni complesse. Le tecnologie, pur essendo potenti strumenti di connessione e informazione, sono spesso utilizzate in modi che favoriscono la distrazione anziché la consapevolezza. Un’altra domanda che lo spettacolo ci ha suggerito è stata se noi siamo già nella società rappresentata ma non ce ne rendiamo conto. Possiamo sicuramente riconoscere delle dinamiche attuali, che se esagerate, sono analoghe a quelle della realtà distopica di Fahrenheit 451. L’iperconnessione digitale e la costante esposizione a flussi di informazioni potrebbero essere considerate come forme di “sostituti” della cultura, proprio come i “muri parlanti” del romanzo sostituiscono la conversazione reale. In questo senso, possiamo dire che Fahrenheit 451 ci offre un monito che, pur se ambientato in un futuro distopico, contiene lezioni che sono incredibilmente rilevanti per il nostro presente.
Il messaggio finale che ci siamo portati a casa è stato è che si, siamo davvero in una situazione in cui la negligenza può prevalere, ma la possibilità di cambiarla è ancora nelle nostre mani e ognuno può dare il suo contributo per farlo.