Diario di redazione. Il racconto di Beatrix

Caro diario,

i giorni 4/11/23 e 5/11/23 li ho dedicati al progetto “Adotta un règaz”, che consiste in una sorta di scambio culturale, tra Bologna e Reggio Emilia. Il tema principale di cui si discute, si racconta, si critica (in modo positivo e anche negativo) è il teatro.

Noi ragazzi, ci siamo trovati verso il primo pomeriggio davanti al Teatro Municipale Romolo Valli in piazza Martiri di Reggio Emilia.

Siamo stati accolti nella sala del coro, l’unica stanza disponibile, per i numerosi spettacoli che si svolgono all’interno di questo teatro, uno dei più belli della mia città.

Alle 15:00 abbiamo cominciato il nostro lavoro di gruppo; la prima domanda che ci siamo posti tutti quanti è: “perché sono qui”.

Ora ti dico la mia risposta: mi piace molto il teatro, l’ambiente, le persone, essere a contatto con gli attori stessi, capire il mondo al di fuori dei social, della televisione.

Penso, molte volte, che vedere uno spettacolo di danza alla televisione sia molto differente rispetto che essere presenti in carne e ossa allo spettacolo in sé.

Ho vissuto molto all’interno del teatro, questo progetto mi aiuta a trasmettere come mi sento, come vedo io una danza, perché ogni persona vede con i propri occhi, percepisce sentimenti diversi.

Alle ore 18:00 abbiamo terminato il nostro dibattito sul teatro e sul tema della scrittura.

Successivamente abbiamo fatto un giro, noi reggiani assieme ai bolognesi per la città, ci siamo raccontati delle tradizioni, specialità, abitudini reggiane.

Alle ore 19:00 ha avuto inizio lo spettacolo che si intitola “Grand jetè” di Silvia Gribaudi.

Grand jetè, devi sapere caro diario, che è un famoso salto nella danza classica.

Cosa significa fare un salto “fisicamente” ma anche “metaforicamente”?

“Fisicamente” tutti pensiamo alla spaccata in aria, “metaforicamente” si pensa al fatto che nella vita di tutti i giorni, noi compiamo dei salti, e a volte atterriamo in modo piacevole altre volte ci possiamo anche slogare una caviglia e soffrire per il passo virtuoso non compiuto.

Con queste due parole importanti, il grand jetè diventa un’occasione per ribellarsi e sfidare l’irreversibilità di qualsiasi tipo di finale.

Ora vado un pò più nello specifico riguardo lo spettacolo. L’inizio non è stato ben definito, io penso che sia iniziato dopo che tutti gli spettatori hanno iniziato ad applaudire, perché tutti i ballerini erano a braccie conserte a guardarci, e noi eravamo “confusi” perchè non capivamo se dovevamo fare qualcosa, poi finalmente dalla platea sono partiti i primi applausi.

La fine non è stata sottolineata, perché non c’è stato quel momento del gran finale che ci aspettavamo tutti, cioè un “grand jetè”.

Lo spettacolo è stato un “colloquio” con gli spettatori: addirittura i ballerini sono scesi in platea per interagire  con il pubblico.

La cosa che mi è piaciuta molto è stato quando ballavano in gruppo, tutti coordinati, ordinati, vicini, proprio come noi règaz.

Invece non mi ha fatto impazzire quando hanno cominciato a spogliarsi, non avevo colto il messaggio.

Alla fine dello spettacolo, noi règaz, abbiamo avuto un incontro ravvicinato con la coreografa, alla quale potevamo porre delle domande, fare una specie di intervista. È stato un incontro piacevole, convincente tanto da farmi pensare a che strada prendere nella vita, di scegliere bene e di non preoccuparsi se durante l’adolescenza non sai a cosa dedicarti, che prima o poi arriva l’occasione.

Per cena, tutti noi ci siamo riuniti a mangiare tradizionale reggiano; gnocco e tigelle, salumi, formaggi. Siamo stati bene e ci siamo divertiti molto.

Noi reggiani abbiamo ospitato i bolognesi nelle nostre case. Io ho “adottato” due ragazze, ho preparato la stanza giorni prima perché non vedevo l’ora di fare questa esperienza.

La domenica, ci siamo ritrovati nella stessa stanza del coro e ci siamo dedicati al brainstorming dello spettacolo visto la sera precedente e di lì a poco ci siamo buttati sulla scrittura, ognuno con i propri compiti da svolgere.

Per ora il progetto “reggiano” è terminato… ma non è finita qui, mio caro diario, perché… la prossima puntata ci sarà il 18/11/23 e 19/11/23 che noi reggiani andiamo a Bologna, dai nostri amici bolognesi.

Ciao diario, è stato un piacere raccontarti della mia esperienza.

Beatrix Conti