Recensione “Heroides” 06/12/24
Ai Teatri di Vita di Bologna, il 6 dicembre, grazie alla produzione dei Teatri Koreja e alla regia di Elena Bucci, è stato messo in scena uno spettacolo dedicato all’opera ovidiana “Heroides”, nella quale viene data voce a diverse donne estratte dai loro miti di provenienza. Queste scrivono lettere ai loro amanti, toccando temi quali l’isolamento, il suicidio, l’abbandono ma specialmente il dolore, grazie al quale Ovidio dona un’introspezione psicologica di ciascuna figura femminile. È questo infatti l’obiettivo delle 6 attrici scelte dai Teatri Koreja e affidate a Elena Bucci, che però decide di modernizzare l’opera ovidiana cambiandone il punto di vista e instaurando un rapporto con l’oggi mediante alcune citazioni di femminicidi avvenute negli ultimi decenni, realizzando così un’attualizzazione dell’opera.
Una volta entrati nella sala del teatro, osservando il palcoscenico il pubblico si rende conto che la sceneggiatura è quasi del tutto assente, se non per una sedia posta al centro del palco, sulla quale sono appoggiati alcuni capi d’abbigliamento maschili, e una “stella” di scotch, la quale suddivide in spicchi lo spazio sul palco.
Lo spettacolo si apre con l’arrivo del musicista, che, grazie a una tromba e a una grancassa, riproduce la colonna sonora durante tutto lo spettacolo, che nel complesso è durato circa un’ora. In seguito entrano in scena le 6 attrici, che impersonano ciascuna una donna ovidiana, le quali raccontano la loro storia, alternando monologhi e scene corali, che evidenziano in maniera marcata l’emotività di ciascun personaggio.
Sebbene lo spettacolo sia risultato piacevole e la recitazione fosse all’altezza dei temi trattati, alcuni particolari della performance presentano alcune criticità, come l’inserimento forzato e decontestualizzato di fatti di cronaca inseriti tra un monologo e l’altro, che non avevano pienamente a che fare con la materia trattata nello spettacolo. Inoltre le luci spesso non seguivano il movimento delle attrici nello spazio del palco, che quindi erano costrette a tornare spesso al centro della scenografia, mostrando forse una lieve superficialità della regia. Ma è da sottolineare, nonostante queste imperfezioni, che la recitazione delle attrici è stata brillante, in particolare quella di Medea, che ha trasmesso la violenza e potenza del suo personaggio, ma anche quella di Enone, che è stata interpretata da Andelka Vulic, che grazie al suo accento ha saputo trasportarci in una realtà diversa.