Se il teatro è ancora quel rito grazie al quale una società si reinventa e trasforma accettando i cambiamenti del tempo, delle relazioni e degli assetti, in che modo il teatro può entrare a scuola, luogo in cui la società si manifesta nella sua interezza e complessità?
La scena che educa #chance nasce dall’osservazione delle caratteristiche della scuola e dal riconoscimento delle possibilità che il teatro può offrire: in Italia infatti gli studenti in situazione di disabilità certificata (così come gli studenti in situazione di fragilità dal punto di vista degli apprendimenti o dal punto di vista socio, economico e culturale) sono inseriti nelle classi delle scuole di ogni ordine e grado. In che modo dunque fare teatro nei contesti scolastici può essere il motore di una rivoluzione culturale e sensibile? In che modo fare teatro può educare la comunità scolastica? E quale teatro? Di che professionalità c’è bisogno affrontare il teatro fatto per e con i più fragili? Di quali tecniche l’operatore teatrale ha necessità per affrontare un percorso che ha a che fare con la vita delle persone, con il loro cuore e i loro affetti? Quale corretto bagaglio di competenze umane e relazionali sono indispensabili per affrontare le tematiche più varie che nella scuola vengono accolte?
Queste sono solo alcune delle domande che abbiamo rivolto ad artisti, docenti, insegnanti, operatori teatrali, educatori che quotidianamente si interrogano sul senso del proprio agire dentro e fuori la scuola. Gli interventi andranno a comporre un mosaico variegato che infine verrà commentato da Dalila D’Amico, studiosa, il cui ascolto saprà “pizzicare” alcuni temi attorno ai quali aprire finestre di riflessioni e possibili sperimentazioni di pratiche quotidiane.
Con gli interventi di:
Maria Federica Maestri (Lenz Teatro)
Angela Pesce (docente di sostegno IC8 Scuola secondaria di primo grado Guido Guinizelli)
Sandra Negri (formatrice e coordinatrice Progetto Calamaio – Coop Accaparlante)
Massimiliano Briarava (Professore I. T. C. S. Gaetano Salvemini)
Gaia Germanà (danzatrice ed educatrice Muvet)
Caterina Bartoletti (Teatro dell’Argine)
E le conclusioni di Dalila D’Amico (autrice di Lost in Translation. La disabilità in scena e parte dell’Associazione Al.Di.Qua Artists- Alternative Disability Quality Artists)
A chi è rivolto:
Docenti di ogni ordine e grado, educatori, operatori teatrali, compagnie che si interrogano e hanno interesse ad approfondire gli argomenti trattati.